E cosa dire del fiume Neva ghiacciato. Mai visto prima una cosa simile. San Pietroburgo si trova sull’estuario di Neva e sono presenti anche molti canale artificiali, tutto congelato. Si vede la gente che passeggia, i genitori che tirano i figli sui slittini, i pescatori che pescano. Questi ultimi sono un immagine veramente pittoresca. Bucano il ghiaccio con una specie di trivella ad elica, manuale. Il foro è molto piccolo, circa 10 centimetri di diametro. Usano una canna cortissima, circa 30 cm e una lenza molto sottile. Si pesca poca roba, di un etto, almeno quello che ho visto io. Il pescato lo lasciano sulla neve e in 10 minuti è già congelato, da portare direttamente nel frigo.
I primi due giorni era nuvoloso e la temperatura era relativamente alta; è scesa fino a 8 gradi sotto zero. Il terzo ed il quarto giorno si è affacciato il sole per salutarmi, ma il freddo è diventato più intenso: si è arrivato a meno 20. Ero vestito bene, la calzamaglia inclusa, e pertanto non ho sofferto troppo. Comunque, dopo una passeggiata di un massimo di 2 ore, mi fermavo in qualche locale per riscaldarmi e ripartire con nuovo entusiasmo. La città è magnifica, grande e bella. Gli edifici importanti e le facciate ben mantenute. Si possono ammirare vari stili architettonici che rappresentano diverse epoche dello sviluppo della città. No ho viste parecchie, ma questa è una delle più belle e importanti. Sicuramente entra nel top delle mie preferite.
I mezzi pubblici funzionano alla meraviglia e costano molto poco. Per uscire 30 km fuori città ho impiegato circa 1 ora e due euro. Così mi sono trovato in Tsarskoe Selo (villaggio dello zar) per ammirare il complesso residenziale della famiglia imperiale Romanov. L’edificazione de palazzo ha iniziato l’imperatrice Caterina I, e dopo è stata continuata dai suoi successori, inclusa la Caterina II la Grande. Si possono osservare delle splendide stanze, tra le quali spicca la sala da ballo e particolarmente Camera d’ambra; una stanza completamente rivestita con l’ambra. Il parco intorno era innevato e luccicava sotto i raggi del sole invernale.
Mi sono goduto tanto anche la parte gastronomica del viaggio. Non potevo non provare il famoso caviale Beluga. Molto buono e molto diverso rispetto ai caviali che si mangiano da noi; più cremoso e meno aggressivo come sapore. Visto il prezzo che ho pagato per 10 grammi (50 euro circa) penso di averlo mangiato tre volte: prima volta, ultima volta e mai più. Nello stesso ristorante ho mangiato anche una cotoletta di agnello, uno tra i migliori pezzi di carne che io abbia mai assaggiato. Mi sono piaciuti anche i loro tortellini e ravioli, che sono un po’ diversi rispetto a i nostri, ma molto gustosi. Ho provato i vari tipi di vodka che non si distinguevano più di tanto da quello che si può bere qui da noi, ma in un posto mi hanno servito una fatta da un contadino. Tutta un’altra storia; una bevanda di alto livello.